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Archive for the ‘art's biography map’ Category

broke down barriers between painting and sculpture
Robert Rauschenberg (Port Arthur, Texas, 22 ottobre 1925 – Captiva Island, 12 maggio 2008 ) era un fotografo e pittore statunitense, che fu vicino alla pop art senza però mai aderirvi realmente, innescando invece una inedita corrispondenza con l’espressionismo astratto. Le opere di Rauschenberg hanno una loro unicità, determinata dal modo in cui l’artista sceglie e accosta gli elementi dei collage, nonché da quegli aspetti che le distingono dalla più fredda pop art, ovvero il risultato dato dalle parti dipinte a mano, la sovrapposizione del collage, le immagini in composizione reticolare libere e le imperfezioni del processo serigrafico. Rauschenberg fu sempre indipendente da qualsiasi gruppo o corrente del dopoguerra. Agli inizi degli anni ‘60 inizia a sperimentare i disegni e i dipinti con il transfer. Nel 1962 andò a trovare Andy Warhol nel suo studio e conobbe il metodo serigrafico applicato alla pittura, che iniziò presto a sperimentare e ad usare. L’uso di un mezzo di riproduzione commerciale dell’immagine come la serigrafia e la forte presenza di immagini tratte dalla stampa indussero i critici di allora ad identificare Rauschenberg con la pop art, apparsa in quegli anni sulla scena newyorkese. I dipinti e le fotografie di Rauschenberg possiedono infatti una qualità espressiva che si manifesta nelle riproduzioni volutamente esibite del processo di riproduzione (il registro serigrafico). Giunse in Europa nel 1964. In realtà erano già trascorsi sei anni da quando Rauschenberg aveva utilizzato per la prima volta quattro bottiglie di Coca Cola in una sua opera. Ma occorse del tempo perché, tra fitte discussioni ideologiche, il nuovo movimento prendesse coscienza e si affermasse internazionalmente. Presentare oggetti d’uso quotidiano o rottami come opere d’arte, o come elementi di una composizione, non era una novità assoluta: lo avevano già fatto i dadaisti fin dal primo dopoguerra. Ora, sCoca-Cola Plan, 1958 enza più alcun intento dissacrante o polemico, si voleva semplicemente constatare la realtà d’ogni giorno: quella degli oggetti prodotti in serie, della segnaletica stradale, dei cartelloni pubblicitari e degli altri mass media. Rauschenberg, nipote di un berlinese e di una indiana Cherokee, si propose in tal modo di riempire il vuoto esistente tra l’arte e la vita.

COMBINE PAINTINGS

I reperti che Rauschenberg (a partire dal 1955 circa) incolla alla superficie del supporto, in un impaginato elastico e irregolare, dialogano e hanno viva voce, richiamando il proliferante universo delle comunicazioni: sono anche pezzi di stoffa o di legno, ma sopratutto ritagli di giornale, frammenti di scritte, strisce di fumetti, riproduzioni di capolavori come la Primavera di Botticelli, fotografie da albo di famiglia o di personaggi pubblici e atleti in gara, sintomatiche di una continua interferenza o travaso tra l’implosiva sfera del privato e l’assediante “vita moderna”.

La principale novità consiste nell’incontro tra gli eterogenei reperti e il magma pittorico che interviene in modo inedito ad inglobarli, oltre che nell’amplificazione del repertorio oggettistico, sempre più invadente. Il colore funziona da legante, coprendo in parte i frammenti adunati, con colpi di spatola incrociati o sovrapposti, creando macchie o colature che suggeriscono un flusso animato e variopinto. Anche oggetti in rilievo vengono mescolati al guazzabuglio; un cappello floscio tutto sporcato di colore, oppure delle bottiglie di coca-cola incastrate in un supporto. Letto, del 1955, è un vero giaciglio applicato sul telaio, con tanto di coperta, lenzuola e cuscino, intriso di smalti corposamente e disordinatamente sovrapposti, quasi con furia. Con queste opere Rauschenberg avvia un fecondo dialogo tra mezzi espressivi diversi, tra pennellata gestuale e immagine meccanicamente riprodotta, tra il lavoro dell’artista e oggetti di uso comune. Egli procede raccogliendo in giro per New York quel che trova, cose spesso abbandonate, come tessuti, pezzi di giornale, riproduzioni a stampa, tabulati, animali impagliati, frammenti di segnaletica stradale e altri materiali. Introduce poi questi elementi in un contesto pittorico espressionista-astratto, salvandoli dall’oblio .

«La pittura» dichiara l’artista «è in rapporto sia con l’arte che con la vita.
Nessuna delle due può essere costruita.

Io tento di operare nello spazio che c’è tra le due.»

Un lavoro che riassume la teoria dei “combines” di Rauschenberg. Creata nel 1959, in questa opera l’artista americano unisce il tessuto, il cartone, la carta, le fotografie, il metallo, la vernice ed altri elementi con la tecnica del collage e altri elementi in 3D – vale a dire – un’aquila calva su una scatola e su un cuscino sospeso…

Rauschenberg al Guggenhein di New York
nel blog…La dissoluzione dell’opera d’arte da Pollock al Concettuale
Corso di Teoria e tenica del Contemporaneo Prof. ssa Francesca Morelli
Accademia di Belle Arti di Napoli Anno Accademico 2006-2007 (30 pag., pdf)

…e cosa trovo a scuola?

Rauschenberg / Giuliano Serafini, Art & Dossier n° 36
Pop Art / Maurizio Calvesi, Alberto Boatto – Firenze Giunti Editoriale, 1989

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